Degno di essere cantato da grandi poemi romani, come Orazio, il Falerno fin dall'antichità ha nobilitato la produzione vinicola di questa regione. Oggi sono stati soprattutto riscoperti e quindi valorizzati vitigni autoctoni. Di particolare interesse e apprezzamento, tra le denominazioni tipiche della Campania, il Fiano di Avellino, il Greco di Tufo, il Solopaca, il Sannio e il Vesuvio.
Frutto della vinificazione in bianco dell’Aglianico, riporta alla luce un antico progetto di famiglia che pone enfasi sulle doti di grande versatilità di questo nobile e antico vitigno. Neroametà rappresenta un omaggio all’origine varietale della nera uva Aglianico, che si esprime con suadente eleganza quando vinificata in bianco. È altresì un tributo alle nostre origini territoriali e culturali, alle armonie e ai contrasti della nostra terra
Alla famiglia Mastroberardino si deve il recupero ed il rilancio dell’antico vitigno “Greco di Tufo”, in fase di estinzione, l’identificazione dell’area di produzione e la sua vinificazione in purezza.Frutto di una rigorosa cernita delle uve, Novaserra, divenuto un classico, esprime una complessità organolettica mai raggiunta. In etichetta sono riprodotti i particolari di un dipinto di Raffaele De Rosa, realizzato su una delle volte delle grotte di affinamento.
La Falanghina Moio è ottenuta dalla vinificazione in purezza dell’uva omonima coltivata in Campania. E’ un vino dal colore giallo paglierino con un odore delicato di mela verde e frutta esotica. Al gusto è morbido, dotato di una buona persistenza aromatica con sentori di menta, timo e finocchietto selvatico.
Il Falerno Bianco D.O.C. nasce da uve ottenute dalle vigne di Falanghina coltivate nella zona di Mondragone. Le uve mature, raccolte manualmente, giunte in cantina subiscono una pressatura soffice ed il mosto ottenuto viene prima chiarificato staticamente a freddo e poi fermenta a 16-18° C per 15 giorni circa. Ha un colore giallo paglierino, un elegante profumo di frutta esotica ed un sapore morbido ed equilibrato. E’ caratterizzato da una elevata complessità aromatica che nel tempo evolve in note di miele e fiori bianchi.
Leonardo Mustilli nel 1976 intuì prima d’ogni altro le potenzialità dell’uva Falanghina vinificandola in purezza. Oggi è tra le realtà piu’ rappresentative del sud e da allora Mustilli ne cura una splendente perla nella sottozona Sant’Agata dei Goti.