Degno di essere cantato da grandi poemi romani, come Orazio, il Falerno fin dall'antichità ha nobilitato la produzione vinicola di questa regione. Oggi sono stati soprattutto riscoperti e quindi valorizzati vitigni autoctoni. Di particolare interesse e apprezzamento, tra le denominazioni tipiche della Campania, il Fiano di Avellino, il Greco di Tufo, il Solopaca, il Sannio e il Vesuvio.
La viticoltura ad Ischia ha origini millenarie, sulla coppa di Nestore ritrovata a Monte Vico (Lacco Ameno) è incisa una frase innegiante al buon vino locale. Testimonianza che gli antichi Eubei avevano introdotto la coltivazione della vite e quindi la produzione del "nettare degli dei". La tecnica di coltivazione, in particolar modo, richiama alla tradizione greca e differisce da quella etrusca usata nel centro Italia e nelle zone interne della Campania. La viticultura è stata alla base dell'economia isolana per lunghi periodi storici, condizionandone la vita e i costumi degli stessi abitanti. Consigliato con zuppe di pesce e congilio da fossa ischitano.
Vino dal colore solare e dai profumi variegati è prodotto al 100% con uve di Pallagrello bianche, antico vitigno autoctono di Terra di Lavoro, riscoperto da "Vestini Campagnano" e già in gran conto dei Borbone che lo vollero nella "Vigna del Ventaglio".
Vino di colore giallo paglierino leggermente carico di profumo fruttato,con sentori di anans e banana.Al palato morbido,pieno e grasso. Si sposa con la tipica cucina campana a base di pesce.
Exultet è un’elegante e raffinata interpretazione del Fiano di Avellino. È un cru prodotto esclusivamente con le uve provenienti da una sola vigna di Fiano che si trova a Lapio. Presenta un colore giallo luminoso con riflessi verdi e nitidi profumi varietali di tiglio, acacia e timo. Di struttura densa e continua sviluppa aromi di frutta esotica, agrumi canditi e miele in una lievissima matrice minerale. La sua particolare eleganza deriva anche dalla breve permanenza, durante la fermentazione, in piccole botti di rovere. E’ un vino longevo che può invecchiare bene anche per alcuni decenni grazie alla sua ricchezza in precursori d’aroma ed alla sua freschezza ed integrità di gusto. Il nome dato al vino prende origine dall’Exultet di Mirabella Eclano in cui viene riportato anche un omaggio alle api. Gli Exultet sono rotoli liturgici del medioevo meridionale. Essi sono una sorta di prodotto multimediale ante litteram formato da fogli di pergamena cuciti insieme sui quali è trascritto il testo della benedictio cerei, corredato da notazioni musicali ed illustrato da miniature che corrono nel senso inverso alla scrittura.
L’uva del vitigno Greco di Tufo è caratterizzata da un contenuto di materia colorante superiore alle altre uve bianche campane. Per questo motivo alla maturazione presenta un bel colore giallo dorato con toni ambrati dal lato del sole. Il mosto è giallo-ocra tendente al rossiccio. Il vino, se non sottoposto a chiarifiche, è giallo-oro intenso. Giallo d’Arles è un’interpretazione estrema e rigorosa del Greco di Tufo. È un cru prodotto con le uve provenienti dalla vigna del Giallo d‘Arles che si trova a Tufo. Il colore giallo-oro antico, tipico della denominazione, è reso ancora più intenso dalla breve permanenza, durante la fermentazione, in piccole botti di rovere e dalla completa assenza di interventi di chiarifica. È un vino bianco con la struttura di un rosso, potente e raffinato, caratterizzato da una profonda mineralità fusa con note di albicocca e confettura di mela cotogna e da un gusto pieno e fresco. Giallo d’Arles ha anche una straordinaria predisposizione alla maturazione in bottiglia guadagnando, col trascorrere degli anni, in eleganza, complessità ed armonia. Il nome dato al vino è un omaggio al colore preferito da Van Gogh durante tutto il periodo trascorso ad Arles: un giallo preludio del rosso.